29 dicembre 2009

Ai confini della galassia GY359H

Torniamo a dove vi avevo lasciato la penultima volta.
La forma vivente che trovammo ai confini della galassia GY359H ci lasciò tutti completamente a bocca aperta. Non riuscivamo a credere ai nostri occhi per quello che vedemmo né tantomeno alle nostre orecchie per quello che di lì a pochi istanti avremmo ascoltato.
Wikibiki III aveva ragione: si trattava di un essere straordinario. Sicuramente era un viaggiatore insolito che amava starsene a contemplare l’infinità dell’universo da un punto privilegiato, e noi tutti (gli occupanti della USST) volevamo conoscere di quali segreti fosse portatore quello strano essere. E volevamo anche sapere se aveva una galassia, una costellazione o un pianeta da suggerirci e dove avremmo trovato delle condizioni favorevoli per il nostro insediamento.
Mi feci avanti io. Subito cercai di instaurare un rapporto attraverso una connessione ad onde encefaliche. La cosa funzionò immediatamente e cominciammo a parlare.
“Mi chiamo SuperVolkom. Per l’esattezza il mio nome completo è Super Megalo Volkom Suite versione 1.60. Io e la mia gente veniamo dal pianeta Alpha Volkomio, un pianeta situato ai confini della galassia NCG141H, non tanto distante dal punto in cui ci troviamo ora. Te chi sei?”
Trascorsero alcuni secondi prima che ricevetti una risposta.
Io mi chiamo Laika e vengo da un pianeta che gli abitanti chiamano Terra, distante poco meno di un miliardo di anni luce dal punto in cui ci troviamo. Sulla Terra rientravo nella loro classificazione di animale, una razza più o meno amica della razza degli umani. Durante l’epoca delle sperimentazioni spaziali venni usata come cavia da una nazione per verificare l’effetto che i viaggi spaziali facevano su corpi simili a quelli umani in modo così da preparare il terreno per l’imminente esplorazione cosmica. Sfortuna, o a questo punto fortuna, volle che non feci mai rientro sulla Terra e venni abbandonata nello spazio infinito, sola al mio destino. Inizialmente non riuscivo a credere che quelli che si erano dichiarati miei amici mi avessero abbandonata così senza neppure provare a farmi rientrare sulla Terra. Delusa dal loro comportamento provai in tutti i modi a togliermi quella ingombrante tuta spaziale per potermi suicidare. Non ci riuscii. E questo però fu un bene. Infatti, fin dal primo momento in cui persi ogni contatto con la Terra, cominciai a diventare una spugna in grado di assorbire ogni più piccola conoscenza presente nel cosmo. Imparai tutto ciò che c’era da sapere su quel piccolo pianeta del sistema solare e poi sul sistema solare stesso e puoi sulla galassia a cui apparteneva. E così per ogni galassia, sistema e pianeta che visitai. Lingue, culture, conoscenze, progressi, fallimenti, scoperte e tutto quello che possiate immaginare nutrivano costantemente la mia mente tanto che divenne così evoluta e in grado di comprendere ogni cosa che riuscivo a comunicare con chiunque venisse in mio contatto. Dopo anni ed anni luce trascorsi a nutrirmi di tutte le conoscenze, decisi di stabilirmi qui per cercare di capire chi sono veramente e quale è la mia missione. E credo che mi fermerò qui almeno altri 200 anni luce. Wikibiki III mi ha comunicato che voi siete venuti fin qui perché siete stati costretti a scappare da Alpha Volkomio, che conosco, a seguito di un’invasione dei Pluriassici, uno dei popoli più bellicosi di tutti gli universi conosciuti che parla solamente la lingua della guerra.”
“Sì, è esattamente così” furono le uniche parole che passarono per la mia mente, intimorito da tutta quella conoscenza che avevo di fronte, e che arrivarono a Laika.
“Wikibiki III mi ha anche detto che state cercando un pianeta dove poter trovare un riparo per la vostra gente e che questo pianeta deve avere una certa quantità di quello che per voi è il materiale di scivolamento in modo da potervi dedicare alla vostra amata attività di svago. Non è così?”
Annuii, sempre mentalmente.
“Beh, Wikibiki III ancora una volta ci ha visto giusto. Continuate a seguire le coordinate per il viaggio spazio temporale che avete impostato sulla vostra USST e vedrete che in meno di quello che potete immaginare arriverete a destinazione. Se i miei calcoli sono giusti, non credo che i vostri lo siano né tantomeno che i miei siano sbagliati, arriverete sul pianeta Terra ancora tutto da formare, un pianeta abitato da animali giganteschi e da uomini al loro primo stadio di evoluzione. E state certi che avrete un bel da fare. Dimenticavo: il pianeta Terra è sicuramente il pianeta in tutti gli universi più simile ad Alpha Volkomio e sono certo che non avrete nessun tipo di problema a sopravvivere alle sue condizioni ambientali.”
Ringraziai Laika per quello che mi aveva appena detto e la salutai augurandogli un giorno di rivederla. Mi voltai verso gli occupanti della USST e dissi loro di non modificare i parametri del viaggio perché presto saremo arrivati a destinazione. Tramite il mio Di.P.I.C. mandai un messaggio a Wikibiki III per ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per la mia gente e per dirgli che ci saremo visti presto.
Ma porc... devo andare, non posso spiegarvi che succede... vado a chiamare i BVA... vi saluto... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

SuperVolkom è dietro a tutto

Sono ancora qui e sono più potente che mai!
E presto comincerete a sentir parlare sempre più di me e dei Big Valley Avengers che solo il fatto di conoscere anche minimamente la mia storia vi potrà tornare utile.
Qualcuno di voi sicuramente starà dicendo in silenzio o starà pensando “e chi se ne frega se non conosco la storia di SuperVolkom, che cosa avrà mai fatto di così sensazionale?”. Continuate a sbagliarvi di grosso: conoscere la storia di SuperVolkom è come conoscere la storia dell’umanità e scoprire che dietro tutte le invenzioni che hanno cambiato la vita dell’uomo c’era lui, come un’ombra invisibile in grado di guidare le menti di fini inventori e scopritori.
Siete curiosi di sapere cosa successe quando lanciammo la prima stringa di dati verso quell’essere con cui stavamo per entrare in contatto ai confini della galassia GY359H come ci era stato indicato da Wikibiki III? Beh, vi chiedo ancora pazienza perché quell’incontro fu talmente importante che merita il tempo e l’attenzione giusta. Cosa che ora non posso dedicargli perché sto per uscire in missione con i miei fidati Big Valley Avengers.
Bene, ora vi saluto... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

SuperVolcom qui, SuperVolcom lì

SuperVolkom qui, SuperVolkom lì, SuperVolkom ci aiuterà, SuperVolkom ci proteggerà dagli invasori bipedi freccio muniti, SuperVolkom ci porterà tanta neve... etc. etc. etc.
Finalmente il nome di SuperVolkom è associato costantemente a tutte quelle situazioni in cui c’è un problema da risolvere.
Vi chiedo scusa in anticipo, ma in questo post scriverò poco: sono in attesa di ricevere alcune stringhe di dati sul mio Di.P.I.C. che sicuramente mi porteranno ad affrontare una nuova missione. Non bastasserò già tutte quelle che ho dovuto affrontare nei giorni scorsi insieme ai miei fidati compagni, i Big Valley Avengers. E la scorsa settimana SuperVolkom è stato anche ad un rito homospherico di unione dell’uomo e della donna che voi, se non ricordo male, chiamate matrimonio. Su Alpha Volkomio esiste un qualcosa di simile al vostro matrimonio che noi chiamiamo Co.Te.Co.Me. (Congiunzione Temporanea del Corpo e della Mente), si tratta di un rito molto antico che prevede che una coppia di volkomiani di sesso opposto si giuri fedeltà temporanea (la durata della fedeltà viene decisa di comune accordo tra i due promessi “cotecomici”) e suggelli il tutto attraverso lo scambio delle lingue di materiale alberoso che utilizziamo sul Materiale di Scivolamento, una sorta di rito simile a quello che voi homospherici chiamate "scambio delle fedi".
Comunque, torniamo a noi. E torniamo al racconto di quello che successe dopo che impostai le coordinate spazio temporali per viaggiare nello spazio e indietro nel tempo di 2000 anni.
La USST cominciò a viaggiare sempre più velocemente verso il passato dell’universo alla ricerca di un pianeta utile su cui approdare e su cui richiamare anche tutti gli altri volkomiani. In alcuni istanti scandagliammo la nostra galassia, la NCG141H, sperando di trovare qualche pianeta, ma sapevamo già che l’unico pianeta in grado di avere delle condizioni tali da consentire lo sviluppo e la proliferazione della nostra razza era Alpha Volkomio. Ci sperammo, il timore di doverci allontanare troppo dal nostro amato pianeta era tanta. Superata la galassia NCG141H, cominciammo ad esplorare la galassia GY359H, quella dove si trovava Wikibiki, il pianeta dei nostri amici (ve lo ricordate, vero?). Sapevamo già che su Wikibiki non avremmo mai trovato le condizioni per poter sopravvivere, nonostante i nostri amici erano ben lieti di ospitarci sul loro pianeta. Su Wikibiki non era presente nessun materiale di sintesi che assomigliasse a quello che respiravamo su Alpha Volkomio, anche perchè la struttura corporea dei wikibikiani non prevedeva nessun recettore corporeo di nessun tipo di materiale di sintesi. In sostanza, le specie che si erano sviluppate su Wikibiki non possedevano nulla di simile ai polmoni né tantomeno delle periferiche per l’inspirazione di materiali di sintesi. Quando andavamo in visita per degli eventi particolare sul loro pianeta, era necessario indossare gli A.P.Ma.S. (gli Apparati di Produzione del Materiale di Sintesi), ma non avremmo mai potuto indossarli a vita. Decidemmo comunque di passare a salutare i nostri amici anche per chiedere loro un consiglio su dove saremmo potuti andare. Quando arrivammo su Wikibiki ci accorgemmo che i nostri amici erano più giovani dell’ultima volta che li avevamo visti, ci ricordammo che oltre che nello spazio stavamo viaggiando anche indietro nel tempo. Mawiki III, discendente di Mawiki II e Mawiki I, un amico di vecchia data con il quale sviluppammo molti dei dispositivi di interconnessione che utilizzavamo nello scambio dati tra i due pianeti, ci suggerì di andare ad interrogare uno strano essere che vagava da un po’ di tempo ai confini della loro galassia. Mawiki III ci raccontò che una volta aveva avuto occasione di conoscerlo e di parlarci e che gli aveva raccontato che veniva da molto lontano, da un pianeta di cui non ricordava il nome. Non gli aveva però raccontato del perché si trovava ai confini della loro galassia né quanto tempo pensava ancora di fermarsi lì.
 Dopo aver salutato i nostri amici, mi confrontai con mio nonno per sapere se anche secondo lui avremmo dovuto andare a conoscere questo essere di cui tanto ci avevano parlato. Mio nonno VS0.23, mio fratello MVS1.65 e tutti gli altri occupanti dell’astronave furono d’accordo nell’andare ad interrogare quello strano essere suggeritoci da Mawiki III. E così facemmo. In pochi istanti giungemmo nei pressi dei confini della galassia GY359H ed esattamente dove ci era stato indicato da Wikibiki III trovammo quello strano essere, in una posizione che a noi sembrava essere la sua posizione di spalle. Per non disturbarlo, ci avvicinammo lentamente e cercammo di stabilire un contatto di inizializzazione allo scambio reciproco di informazioni. Un po’ temevamo quell’incontro. Quando lanciammo la prima stringa di dati verso quell’essere, quest’ultimo si girò velocemente e cominciò a dirigersi verso la nostra USST. Eravamo pietrificati da quello che stavamo vedendo, riesco ancora a ricordare la sensazione di paura inconsapevole che provai mano a mano che quell’essere si avvicinava alla mia USST.
Uuuuahhhh.... ora scusate, sono davvero stanco... devo salutarvi, visto che ancora non ho ricevuto nessuna stringa di dati per la prossima missione preferisco riposarmi un pochino... sono sicuro che capirete e che saprete aspettare il mio prossimo collegamento per sapere cosa successe... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

Verso una destinazione ignota

Torniamo al punto in cui vi avevo lasciato nello scorso post: al comando della mia USST (l’Unità per gli Spostamenti Spazio Temporali, ve la ricordate vero?) mi trovai in pochi istanti fuori dalle 5 orbite di Alpha Volkomio e subito dietro di me vidi altre USST (9, per la precisione) che erano riuscite ad entrare ne "IL" tunnel che avevo lasciato aperto e anch’esse erano state proiettate al di la dell’ultima orbita. Tramite il PCCS presente all’interno delle nostre Unità, riuscii a mettermi in contatto con i nostri compagni di sventura per definire nei dettagli il viaggio spaziale più lungo mai affrontato dagli abitanti di Alpha Volkomio. Ah, scusate, le nostre USST erano dotate del Protocollo di Comunicazione a Commutazione Spaziale (PCCS) che consentiva tramite un semplice contatto visivo di dialogare con gli occupanti delle altre Unità. E devo dire che il sistema inventato parecchi anni prima era incredibilmente efficace tanto che si aveva la sensazione di essere presenti tutti in una stessa stanza.
Eravamo sul punto di prendere una decisione che avrebbe per sempre cambiato le sorti della nostra gente. All’orizzonte si prospettavano due alternative: muoversi tutti in gruppo alla ricerca di un pianeta non ostile da abitare o separarci in diversi piccoli gruppi di modo che ciascun gruppo potesse cercare un pianeta e, una volta trovato, potesse entrare in comunicazione con gli altri per facilitarne l’arrivo.
I progettisti delle USST le avevano dotate di moltissimi dispositivi per i viaggi spazio temporali. Ma la funzionalità più affascinante era quella che ci consentiva, in fase di impostazione dei parametri del viaggio, di scegliere non solo le coordinate della destinazione, ma anche l’orizzonte temporale di riferimento. In poche parole: potevamo scegliere se viaggiare nello stesso tempo, nel passato o addirittura nel futuro (in realtà, credo che quest’ultima funzionalità ancora non l’avesse usata nessuno, almeno da quello che ne sapevo, perché ritenuta pericolosa durante la fase di arresto: durante i test svolti in laboratorio, infatti, alcune persone avevano subito dei danni permanenti dovuti all’eccessivo orizzonte temporale scelto come destinazione).
Fummo comunque tutti d’accordo che la soluzione migliore per esplorare le varie galassie era quelle di dividerci in piccoli gruppi. Nessuno fu contrario a ciò. La cosa però su cui non ci trovammo d’accordo era l’orizzonte temporale di riferimento. Mentre per le coordinate spaziali ce le saremo divise equamente (riuscimmo a formare 5 squadre: 4 da due USST e una sola con una USST, quella su cui mi trovavo io), non avevamo le idee chiare sul da farsi relativamente agli orizzonti temporali. Praticamente tutti volevano viaggiare nel tempo, mentre io e i miei fratelli, che si trovavano su un’altra USST, volevamo viaggiare indietro nel tempo convinti che questo ci avrebbe favorito nel trovare delle condizioni, nei pianeti che avremo esplorato, sicuramente più vivibili rispetto a pianeti il cui progresso tecnologico era entrato sicuramente in conflitto con le leggi naturali. Alla fine di una accesa discussione, le 3 USST che avevano deciso di viaggiare nel tempo si divisero lo spazio da esplorare. Io e mio fratello più piccolo MVS1.70, alla guida di un’altra USST, decidemmo che avremo viaggiato nel passato (mi suona alquanto strano l’uso del futuro per indicare un viaggio nel passato) e così ci dividemmo lo spazio da esplorare, dandoci appuntamento nel passato sul primo pianeta utile su cui stabilire la futura residenza della nostra gente.
Fu un arrivederci piuttosto toccante. Anche se noi abitanti di Alpha Volkomio non eravamo usi ai commiati commoventi, sapevamo che quello sarebbe stato un arrivederci piuttosto lungo. Eravamo però consapevoli che, in un modo o nell’altro, ci saremmo comunque tutti rincontrati in qualche pianeta su qualche galassia.
Quasi con le lacrime agli occhi, impostai le coordinate spaziali e quelle temporali (avevamo deciso di viaggiare nel passato di circa 2.000 dei vostri anni). Non sapevamo nella maniera più assoluta cosa ci avrebbe atteso al di là delle 5 orbite di Alpha Volcomio. La nostra avventura nelle galassie stava per cominciare.
Sento qualcosa che viene dal mio Di.P.I.C., hanno di nuovo bisogno di me... Vado a vedere di cosa si tratta, sicuramente è un’altra missione per SuperVolkom… ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

Alle Unità per gli Spostamenti Spazio Temporali

Il vostro supereroe è di nuovo tra voi. Anche se la definizione di supereroe non mi è mai piaciuta, è però l’unica che ho trovato qui sulla vostra Homosphera. Di eroi Alpha Volkomio era piena. E di eroi vi parlerò nelle prossime righe. Di coloro che riuscirono a portare in salvo molti volkomiani.
Dopo aver ricevuto le informazioni su quelle strane creature direttamente dai nostri amici di Wikibiki, il pianeta della galassia GY359H, io e mio fratello decidemmo di andare a recuperare i nostri familiari per poi dirigerci velocemente alle nostre Unità per gli Spostamenti Spazio Temporali (che d’ora in poi chiamerò USST) con l'obiettivo poi di trovare un riparo da cui decidere cosa fare. Anche se ero sufficientemente certo che l’unica soluzione a quella invasione non pacifica era fuggire per sempre dalla nostra isola felice di Alpha Volkomio diretti verso qualche pianeta magari, chissà, lontano pochi anni luce dalla nostra galassia. Un pianeta che però avesse soddisfatto un requisito di abitabilità per noi fondamentale: possedere una quantità sufficiente di Materiale di Scivolamento di cui non potevamo, e tutt’ora non possiamo, fare a meno.
Dopo aver appreso che mio nonno VS0.23 e mio fratello più piccolo MVS1.70 stavano bene per quanto potessero (per fortuna, quegli strani oggetti li ferirono solamente e non li uccisero, come credevamo) e avevano già raggiunto uno dei moduli che componevano la nostra USST, con mio fratello MVS1.65 ci dirigemmo velocemente a casa per avvertire i nostri familiari, i nostri parenti e i nostri amici che eravamo sotto un’invasione cosmica e che dovevamo metterci velocemente al riparo.
Trovammo nostro padre e nostra madre che già avevano appreso la notizia da mio nonno e si stavano preparando per la fuga. Dissi loro di dirigersi verso la nostra USST alla Centrale di Stazionamento Cosmico (CSC), che io li avrei raggiunti più tardi perché dovevo andare ad avvertire i miei amici, gli Avengers, di quello che stava succedendo sul nostro pianeta. Così feci, andai da ciascuno di loro. Ci riunimmo di nascosto in un locale di ristoro già abbandonato e decidemmo il da farsi. La decisione fu unanime: fuggire il prima possibile in modo da evitare ulteriori danni. Ci demmo appuntamento alla CSC Nodo 53Beta per partire tutti insieme.
Mentre ci avvicinavamo con le nostre famiglie alla Centrale, sentivamo in lontananza le grida strazianti dei nostri simili che, immaginammo, stava subendo torture e violenze da parte di quegli strani esseri che avevamo subito ribattezzato “scivolatori bipedi frecciomuniti”. Cercammo in tutti i modi di nasconderci durante il tragitto per non farci trovare.
La CSC si trovava in una posizione piuttosto favorevole rispetto al centro del nostro agglomerato urbano ed era dotata di tunnel e cunicoli in grado di portare velocemente le USST da una parte all’altra del pianeta. Il progettista di questo sistema di collegamenti (leggende di Alpha Volkomio narrano che si trattasse di un folle genio visionario di nome Berardo Da Volkomi) costruì la madre di tutti i tunnel, quello che noi chiamavamo “IL” tunnel. “IL” tunnel era un condotto ad accelerazione graduale e iperbolica in grado di catapultare qualunque USST che vi fosse entrata oltre le 5 orbite gravitazionali di Alpha Volkomio. “IL” tunnel era dotato di un sistema di sicurezza, per evitare accessi involontari, che prevedeva la scansione automatica del DVA, l’acido desossiribovolkomico (molto simile al vostro DNA), combinato con la scansione pentadimensionale della lingua di materiale alberoso che utilizzavamo sul Materiale di Scivolamento. Solamente se la combinazione di queste due analisi era nell’infobase del sistema di apertura de “IL” tunnel, allora le USST potevano entrare. E solamente i cinque soggetti più anziani di tutta Alpha Volkomio possedevano le chiavi per aprire “IL” tunnel. Fortuna volle che mio nonno era al momento il quinto soggetto più anziano.
Tutti quelli che erano riusciti a sfuggire allo sterminio in atto su Alpha Volkomio entrarono ciascuno nelle proprie USST e nei propri moduli.
Mio nonno decise di lasciare “IL” tunnel aperto, procedura consentita solamente in quella che chiamava con terrore il momento dell’A.C.Os. (l’Attacco Cosmico Ostile), per fare in modo che eventuali altri superstiti potessero usufruirne e fuggire.
Mi misi al comando della nostra USST e diedi l’ok a procedere a tutti i piloti delle altre Unità per gli Spostamenti Spazio Temporali che stavano per entrare con noi dentro al tunnel, quel tunnel. Mio nonno si posizionò nell’alloggiamento previsto per effettuare la scansione al passaggio, ed in mano stringeva la sua lingua di materiale alberoso. Verificato che tutto fosse nella norma, premetti il pulsante di accelerazione e mi diressi verso “IL” tunnel. Stessa cosa fecero i miei amici con le loro USST e le loro famiglie.
In pochi istanti ci trovammo fuori le orbite di Alpha Volkomio. Destinazione, al momento il nulla cosmico.
Istintivamente mi girai a guardare verso Alpha Volkomio, ormai siigh una landa siighh in preda alla distruzione siighhh... scusate... ricordare questo momento mi rende sempre triste. Non posso farci niente.
Ora devo salutarvi, devo andare a scrivere un messaggio ai miei amici di Wikibiki... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

Il contatto

Dal nostro riparo, a quella domanda fatta da quello strano essere su chi fosse il capo su Alpha Volkomio, sulle prime non riuscii a darmi una risposta, sia perché ero ancora scosso per quello che era successo a mio nonno VS0.23 e, soprattutto, perché da noi non esisteva il concetto di “capo” nel senso che intendete voi di Homosphera. Quel tizio con quegli strani oggetti ai piedi continuava a urlare ed a inveire contro tutto e tutti. Nel frattempo anche gli altri occupanti dell’oggetto giunto dal nulla cominciarono ad indossare quelle lingue di materiale simil-alberoso posizionandole ciascuna sotto ad uno di quegli orrendi oggetti di plastica colorata e a muoversi sul nostro Materiale di Scivolamento spingendo con i bastoni appuntiti che tenevano nelle loro mani (uso il termine che voi homospherici utilizzate per chiamare le nostre periferiche sensoriali di contatto). Non avevamo mai visto niente di simile. Mio fratello intanto aveva cominciato a cercare freneticamente informazioni sul suo Di.P.i.C. (il Dispositivo Portatile di Interconnessione Costante, ve lo ricordate vero?), ma sulla nostra InterLink non era presente niente che potesse nella seppur minima maniera essere assimilato nella dimensioni e nelle fattezze a quegli strani esseri abbigliati con tutte quelle suppellettili a nostro avviso ingombranti e inutili. Mio fratello per cercare qualche informazioni che potesse esserci d’aiuto nello stabilire qualche contatto, decise di utilizzare il suo Di.P.I.C. per connettersi alla potentissima rete InterGalaxynet che metteva in contatto gli abitanti di diversi pianeti in diverse galassie e che sicuramente ci avrebbe aiutato, se non per il fatto di incidere su un infobase molto più estesa di quella su cui incideva il nostro InterLink. Pochi secondi per inviare l’immagine di quello strano soggetto scattata con il suo dispositivo che arrivò una risposta dai nostri amici abitanti nel pianeta Wikibiki della vicina, si fa per dire, galassia GY359H. Il pianeta Wikibiki, per posizione astronomica e per una strana coincidenza dei piani spazio-temporali nonché per la sua dinamica di rotazione intorno a due assi l'uno agli antipodi dell'altro, era il pianeta destinato a raccogliere tutti i detriti prodotti da qualsiasi tipologia di missione spaziale siano stati essi oggetti inanimati che oggetti animati (animali e altri esseri). La sua popolazione era quindi un mix eterogeneo di abitanti di diversi pianeti in diverse galassie che si era trovata a convivere e a condividere conoscenze ed esperienze in un pianeta lontano anni luce da quello di provenienza. E questo faceva sì che i suoi abitanti fossero estremamente disponibili alla condivisione delle proprie conoscenze e, soprattutto, potevano contare su una infobase estremamente ampia tanto che era considerata la base della conoscenza galattica.
Quello che mio fratello ricevette sul suo Di.P.I.C. furono una serie di figure geometriche nel linguaggio galattico wikibikiano la cui traduzione è la seguente:
- tipologia di soggetto: sciatore
- provenienza: Homosphera
- caratteristiche: indossa dei pesanti scarponi ai piedi che servono per connettersi a due assi di legno che servono per scivolare sul materiale di scivolamento homospherico, chiamato neve; indossa altresì dei bastoncini alle mani per aiutarsi nello scivolamento;
- abbigliamento: tuta, pantaloni, giacca e cappello dai colori sgargianti difficilmente ritrovabili in natura;
- segni distintivi: emette suoni gutturali quando arriva nei pressi dei luoghi di ristoro per dimostrare la sua abilità nel dominare la seppur minima pendenza del materiale di scivolamento;
- caratteristiche: spesso sono accompagnati da soggetti di sesso opposto con zaini pieni di cibarie e materiale di rifocillamento vario e puzzolente;
- nemici: tutti quelli che su Homosphera utilizzano un unico asse di scivolamento e coloro che, seppur utilizzano due assi di scivolamento, hanno una predisposizione mentale tipica di chi utilizza un asse solo
- informaz
“Basta così!” dissi a mio fratello. Di informazioni ne avevamo raccolte a sufficienza tanto da decidere immediatamente di andare a recuperare il resto della nostra famiglia per poi dirigerci verso la nostra USST (Unità per gli Spostamenti Spazio Temporali) con l’obiettivo di cercare un rifugio sicuro, da cui poi avremmo deciso con calma le azioni da intraprendere.
Scusate, bussano alla mia porta. “Chi è?” ... “ok, scendo, dammi solo qualche istante” ... devo andare, la scrittura di ciò che avvenne su Alpha Volkomio mi ha talmente coinvolto che mi ero dimenticato di aver dato un appuntamento alle dieci meno un quarto ai Big Valley Avengers per vederci e definire un piano di azione condiviso per la nostra prossima missione... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

Gli sconosciuti oggetti di materiale plastico

Chi di voi ha seguito la mia storia fino ad ora si starà certamente chiedendo cosa fossero tutti quegli oggetti di materiale plastico che con occhi terrorizzati fummo costretti a guardare io e mio fratello MVS1.65.
Ora vi svelo il mistero: da quell’oggetto a noi sconosciuto uscirono una gamma di colori dal giallo fosforescente al fucsia metallico per finire con il verde uranio impoverito. Colori che su Alpha Volkomio non avevamo mai visto. E, cosa ancora più strana, attaccate a ciascuno blocco di materiale plastico dallo strano colore uscivano quelli che a noi sembrarono a prima vista dei supporti cinetici a periferiche di spostamento, l’equivalente delle vostre gambe.
Alla vista di ciò, mi girai verso la Suite di Materiale di Scivolamento dove erano nascosti mio nonno e mio fratello più piccolo MVS1.70, per cercare nello sguardo dell’anziano VS0.23 una risposta che potesse rassicurarmi.
Mio nonno, invece, mi guardò come se la risposta avessi dovuto dargliela io. Curioso di conoscere cosa fossero quegli oggetti di plastica ultra colorati, cominciai a guardarli scorrendo dal basso verso l’alto, ma ciò che vidi fu: oggetto di plastica, periferiche cinetiche, alloggiamento di organi centrale, supporti superiori per periferiche di contatto, interfaccia di visualizzazione, strani utensili nelle periferiche di contatto destra e sinistra. Insomma, da quella prima e veloce analisi sembravano a tutti gli effetti dei Macoriani (su Alpha Volkomio per indicare dei potenziali corpi animati che potevano popolare galassie lontane dalla nostra utilizzavamo un termine ormai diventato di uso comune che stava ad indicare gli abitanti del pianeta Macorius, un pianeta che si trova nella vicina galassia SG568K, di cui non eravamo mai riusciti a dimostrare l’esistenza... un po’ come voi homospherici siete soliti utilizzare il termine “marziani” per indicare gli ipotetici abitanti di quel pianeta del vostro sistema solare che chiamate Marte).
Dovete sapere che noi abitanti di Alpha Volkomio eravamo sempre ben disposti ad entrare in contatto con forme di vita differenti dalla nostra, fin da piccoli i volkomiani anziani durante le Ri.C.A.C. (Riunioni Comuni di Accrescimento Culturale, una qualcosa di simile alla vostra scuola, che di solito precedevano le feste dell’abbondanza) ci insegnavano ad essere mentalmente aperti e ad accettare con curiosità tutto ciò che fosse lontano dalle nostre concezioni comuni. E tanto più questo principio doveva trovare applicazione quanto più si trattava di un qualcosa che addirittura proveniva da un pianeta che non fosse il nostro.
Con in mente ancora le sue ultime Ri.C.A.C., mio fratello MVS1.65 uscì allo scoperto animato da un sano spirito di conoscenza e si diresse verso quegli strani e colorati esseri salutando con la sua periferica di contatto destra come eravamo soliti fare su Alpha Volkomio ovvero alzando la periferica destra all’altezza di quella che può essere assimilata alla vostra spalla e attaccando l’ultimo dito, il più piccolo, a quello vicino (per una strana coincidenza galattica, noi abitanti di Alpha Volkomio abbiamo delle periferiche sensoriali di contatto praticamente identiche a voi abitanti di Homosphera, se non per il fatto che il colore del nostro tessuto di rivestimento può posizionarsi su una scala di pantonium leggermente inferiore alla vostra).
Vedendo mio fratello avvicinarsi sempre più a quegli strani esseri e non ricevendo il saluto complementare di ricambio (dito più piccolo alzato e le altre dita chiuse) gli urlai di tornare indietro, temendo che quegli esseri fossero tutt’altro che pacifici. Non appena mi sentì gridare, mio fratello si girò verso di me per rassicurarmi che era tutto sotto controllo, ma non ebbe neanche il tempo di voltarsi di nuovo che fu colpito e trafitto da un oggetto metallico che quello strano essere teneva in mano.
Consapevole delle intenzioni tutt'altro che pacifiche di quegli esseri, corsi immediatamente verso il riparo dove erano mio fratello più piccolo e mio nonno. Giunto dietro la SMS gli dissi sottovoce che al mio “via” avremmo dovuto infilarci la nostra lingua di materiale alberoso per poter scappare come solo noi sapevamo fare sul Materiale di Scivolamento. E così facemmo, ma proprio mentre mio nonno stava per allacciarsi la sua lingua di materiale alberoso fu raggiunto da uno di quelli strani esseri che nel frattempo aveva indossato due sottili lingue di materiale simil-alberoso, ciascuna sotto ad uno di quegli orrendi oggetti di plastica colorata, e che in ciascuna delle sue mani stringeva un oggetto che a prima vista poteva sembrare una freccia, lo stesso oggetto che aveva colpito mio fratello poco prima. Mio nonno VS0.23 provò a difendersi con la sua lingua di materiale alberoso ma fu trafitto da una di quelle simil-frecce.
Io e mio fratello, che nel frattempo eravamo riusciti ad allontanarci ed avevamo raggiunto un riparo dietro ad un’altura, seguimmo attoniti la straziante scena dell’uccisione di mio nonno da parte di quell’essere ripugnante. Quando girammo lo sguardo, vedemmo 53 di quegli esseri che scivolavano sul nostro Materiale di Scivolamento (una delle capacità di noi Volkomiani era quella di contare tutti gli oggetti di uno stesso tipo con un solo colpo d’occhio) con tutti con quegli strani oggetti addosso, troppi secondo noi per una sola persona. Poi, improvvisamente, quello che sembrava il loro capo cominciò ad urlare senza interruzioni “CHI E’ IL VOSTRO CAPO QUI? CHI E’ IL VOSTRO CAPO QUI? CHI E’ IL VOSTRO CAPO QUI? ...”. Di fronte a quella voce raccapricciante mio fratello mi disse di DRIINNNN DRIINNN... scusate, sta squillando il mio Di.P.I.C. riconfigurato per Homosphera, devo rispondere... “Pronto” ... “quando è successo” ... “ok, non c’è tempo da perdere” ... “perfetto, ci vediamo al Quartier Generale”.
Scusate, devo andare, hanno bisogno di me al Quartier Generale di SuperVolkom & The Big Valley Avengers... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

Quel pomeriggio dell'anno CW37261

Eccomi di nuovo qui, è da qualche giorno che sono in giro per cercare di risolvere i problemi degli snowboarder. Alla fine sono riuscito a convincere il padre del ragazzo a comprargli degli attacchi nuovi... in fondo il figlio aveva ragione, girava con degli attacchi che non avevano neppure i cricchetti.
Torniamo a noi, dove eravamo rimasti? Ah sì, vi stavo raccontando cosa successe quel pomeriggio dell’anno CW37261 quando mio nonno si trovò di fronte a quell’oggetto misterioso che nessuno su Alpha Volkomio aveva mai visto prima.
Di fronte a quella fessura che si stava lentamente aprendo, mio fratello MVS1.65 esclamò “Allontaniamoci immediatamente, potrebbe essere qualcosa di molto pericoloso!”. Mio fratellino più piccolo MVS1.70 e mio nonno corsero a nascondersi dietro una SMS (Suite di Materiale di Scivolamento, ovvero delle riproduzioni di Suite che eravamo soliti costruire nei giardini delle case in occasione delle feste dell’abbondanza che occorrevano ogni 30 dei nostri giorni - all’incirca ogni 7 giorni e mezzo dei vostri giorni homospherici; vi chiedo scusa, ma ancora devo abituarmi alle unità di misura di Homosphera così come devo abituarmi alla presenza costante del Sole e della Luna, noi su Alpha Volkomio non avevamo nessuna delle due perché il candore del Materiale di Scivolamento ci consentiva di essere costantemente in condizioni di luce perfetta, pensate che avevamo elaborato delle speciali lampadine che ci permettevano di creare artificialmente una condizione di assenza di splendore per poter riposare o dormire) mentre io e MVS1.65 cercammo riparo dietro un angolo di una abitazione, in una posizione che ci consentiva comunque di vedere quello che stava succedendo e, cosa ancora più importante, di vedere cosa contenesse quell’oggetto misterioso che ancora oggi mi crea terrore al suo solo ricordo.
Nascosto dietro quell’angolo tirai fuori il mio Di.P.I.C. (Dispositivo Portatile di Interconnessione Costante, una sorta di apparecchio molto simile ai vostri telefoni cellulari che però non ci consentiva più di effettuare telefonate, una tecnologia obsoleta che avevamo ormai abbandonato nell’anno CW31715 quando fu introdotto il primo Di.P.I.C., ma che ci consentiva di rimanere sempre in contatto con i nostri amici attraverso dei meccanismi di feedback istantanei e ci consentiva anche di interrogare il nostro mega database che chiamavamo InterLink, una evoluzione della vostra primordiale Internet) per inviare l’immagine di quell’oggetto misterioso ad InterLink sperando in un suo aiuto e in una sua pronta risposta. Quello che ottenni però fu un crash istantaneo del mio OS che costrinse il mio Di.P.I.C ad avviare la procedura AIR (Auto Immunizzazione e Riparazione).
Girai allora il mio sguardo in cerca del conforto di mio fratello, ma tutto quello che mio fratello fu in grado di restituirmi fu uno sguardo ancora più terrorizzato. Mio nonno VS0.23 e mio fratello minore non avevano neppure il coraggio di girarsi a guardare.
Come fratello maggiore e soprattutto come SMVS mi feci coraggio e continuai a guardare. La fessura si stava aprendo sempre di più ed il rumore che faceva il metallo era talmente assordante che dovetti portare entrambe le mie periferiche sensoriali di contatto (le vostre mani) a coprire le cavità di input sonori (le vostre orecchie). Ma improvvisamente la fessura si bloccò. Furono secondi interminabili, i peggiori della mia VolkomVita. Mio fratello MVS1.65 era terrorizzato.
Trascorsero alcune frazioni temporali quando dalla fessura si materializzò un oggetto pesantissimo, che ora saprei riconoscere come materiale plastico ma che allora non avevo la minima idea di cosa fosse, e poi un altro ancora e poi ancora e di nuovo e da tutti questi oggetti fuoriuscivano... scusate, non riesco ad andare avanti... il solo ricordo di quel momento terribile, quel momento che cambiò per sempre la mia esistenza e con la mia anche quella della mia gente, ancora mi terrorizza... ho bisogno di respirare un po’ del vostro ossigeno, devo farmi un giretto sopra questo agglomerato di abitazioni che voi chiamate città... ci sentiamo presto... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm

15 aprile 2009

Quando tutto ebbe inizio... le origini

Questo è il primo post di SuperVolkom, il vostro supereroe preferito, e dei suoi fidati Big Valley Avengers, i vostri supereroi preferiti.
Il mio nome completo è  Super Megalo Volkom Suite versione 1.60 (SMVS1.60), ma preferisco farmi chiamare SuperVolkom.
Vengo da un ridente pianeta, delle dimensioni all’incirca di un quarto della vostra Terra (che noi chiamavamo Homosphera), situato ai confini della galassia NCG141H, che si chiama Alpha Volkomio. AV dista più o meno un miliardo di anni luce dal vostro sistema solare.
Ora vi racconto perchè mi trovo qui.
Le cose su Alpha Volkomio andavano davvero bene: eravamo tutti una grande famiglia, vivevamo in pace gli uni con gli altri, non avevamo nazioni, non esisteva il denaro ed eravamo dediti esclusivamente all’accrescimento della nostra spiritualità. Insomma, una vera pacchia. E in più, la perfetta armonia con quella che voi chiamate natura era la nostra maggiore fonte di ricchezza. L’unica attività che facevamo per distrarci dai momenti di meditazione era quella di scivolare con una lingua di materiale alberoso sul nostro MS (Materiale di Scivolamento) che ogni 2 dei nostri giorni (all’incirca 12 delle vostre ore) cadeva dall’alto in maniera piuttosto copiosa. Ed il bello di Alpha Volkomio è che esisteva un'unica ed infinita stagione, che noi chiamavamo CW (Continuum White).
Vi starere sicuramente chiedendo perchè non sono rimasto su Alpha Volkomio, non è così?
Beh, un pomeriggio dell’anno CW37261 accadde qualcosa che cambiò per sempre il futuro mio e della mia gente: un oggetto di cui ignoravamo completamente la provenienza e le cui forme ci spaventarono non poco si materializzò improvvisamente alla base della nostra PS (Parete di Scivolamento) principale. Il primo a notare la sua presenza fu mio nonno VS0.23 (Volkom Suite versione 0.23) che uscì per primo per andarsi a fare la sua scivolata pomeridiana dopo la meditazione. Non appena vide quell'oggetto, mio nonno chiamò immediatamente me ed i miei fratelli e spaventato ci disse: “In tutta la mia VolkomVita non avevo mai visto una cosa del genere. Cosa pensate che sia?”. Io ed i miei fratelli (MVS1.65 e MVS1.70 - spettava solamente a me, in quanto figlio maggiore, il titolo di Super) ci guardammo stupiti e rispondemmo a mio nonno che non sapevamo minimamente di cosa si trattasse. Molto cauti ci avvicinammo a quell’oggetto misterioso e proprio mentre stavamo per toccare quel materiale a noi sconosciuto udimmo un rumore metallico provenire dalla sua base ed intravedemmo una fessura che lentamente si apriv... ehi, sentite anche voi quello che sento io? Mi sembra proprio un ragazzo che sta discutendo con il padre che non vuole comprargli gli attacchi nuovi... questa è una missione per SuperVolkom, ora vi saluto... ci sentiamo presto.... suuuuuperrrrvvvvvolkommmmmm... vvvhhhiiuuuummmmmmmmmm